Enoturismo delle Marche: dalla Vigna alla Tavola fa tappa al Valle del Metauro Country House

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Il progetto “Enoturismo delle Marche: dalla Vigna alla Tavola” si pone come un viaggio tra i sapori tipici delle terre marchigiane in diverse località, all’esplorazione dei prodotti locali. Tale iniziativa è stata protagonista di un evento a Montemaggiore di Colli al Metauro (PU) il 29 aprile, nell’agriturismo Valle del Metauro Country House.

Questo splendido resort, che offre spa, percorso benessere e piscina, si trova in una posizione strategica dove si possono ammirare tutte le bellezze naturali della Val Metauro.

I numerosi ospiti da fuori Regione hanno apprezzato la presentazione del menù di degustazione, che dal tartufo fino alla patata rossa di Colfiorito ha messo in mostra le eccellenze del territorio  marchigiano.

L’antipasto proposto comprendeva infatti il prosciutto di Carpegna DOP, e la Casciotta di Urbino, con miele millefiori e composta di mirtilli di campo, il tutto accompagnato da Focara Blanc de Noir Colli Pesaresi Focara Pinot nero doc dell’Azienda Agricola Roberto Lucarelli. Il primo ha consentito la degustazione dei tipici Maccheroncini di Campofilone IGP (già trattati in questo altro evento) al tartufo nero abbinati a Piandeifiori Bianchello del Metauro D.O.C. Superiore dell’Azienda Agricola Mariotti Cesare. Per secondo è stata servita tagliata di vitellone bianco dell’Appennino Centrale IGP con patata rossa di Colfiorito, verdure e olio extravergine di Cartoceto Lacrima Verde con Ortaia – Pergola Doc Aleatico Superiore della Terracruda Azienda Vitivinicola in Fratte Rosa in accompagnamento. Per concludere come dolce la Sbrisolona alla crema di pistacchio insieme alla Visciola della Terracruda Azienda Vitivinicola in Fratte Rosa.

Il Vitellone bianco dell’Appennino Centrale IGP

Il marchio IGP “Vitellone bianco dell’Appennino Centrale” è stato il primo marchio di qualità per le carni bovine fresche approvato dalla Comunità Europea per l’Italia e sta a denotare il prestigio delle carni bovine del centro Italia. Tale nome ha un significato ben preciso: “Vitellone” è il nome che si utilizza nella zona umbro-marchigiana per indicare i bovini da carne di età compresa tra i 12 e i 24 mesi, periodo in cui la carne degli animali rimane più magra; “bianchi” perché i bovini utilizzati hanno il manto bianco, per la precisione le razze Chianina, Marchigiana e Romagnola; infine “dell’Appennino centrale” rappresenta l’indicazione di origine, perché questa è la zona dove tradizionalmente i bovini sono allevati da oltre 1500 anni, alimentandosi con foraggi e mangimi tipici dell’area.

L’Indicazione Geografica Protetta presenta anche un disciplinare approvato dalla Commissione Europea che tutte le filiere di produzione devono seguire.

Questo definisce la zona entro cui devono avvenire le fasi produttive di nascita e allevamento dei bovini e di conseguenza anche i sistemi di alimentazione legati, comunque, alla cultura produttiva storica del territorio: infatti le vacche vengono, generalmente, allevate al pascolo dalla primavera all’autunno in cui nascono i vitelli che vengono allattati naturalmente dalle madri fino allo svezzamento. Il disciplinare definisce anche dei parametri chimico-fisici che la carne deve possedere.

Il Vitellone del menù è stato accompagnato da un altro prodotto tipico della provincia di Pesaro e Urbino: l’olio extravergine di Cartoceto Lacrima Verde DOP, la cui produzione risale almeno al 1178 secondo alcuni documenti dell’epoca. Questo olio si presenta colore verde o verde con riflesso giallo oro per gli oli molto freschi, che diventa giallo oro con lievi note verdognole per quelli più maturi. L’odore varia da leggermente a mediamente fruttato di oliva verde, con lieve sentore di erbaceo ed eventuale profumo di mela acerba e mandorla verde. Il sapore è armonico con sensazione variegata di fruttato verde, dolce, amaro e piccante, con eventuale retrogusto di mandorla verde e carciofo. La produzione è ottenuta dalle varietà degli olivi Leccino, Frantoio e Raggiola, i cui frutti vanno raccolti tra la seconda decade di ottobre e i primi di novembre. Per la lavorazione delle olive è vietato l’uso di prodotti chimici o biochimici e non è ammessa la doppia centrifugazione della pasta delle olive senza interruzione, metodo conosciuto come “ripasso”.

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