Enoturismo delle Marche: dalla Vigna alla Tavola fa tappa all’Opera Nova della Marca

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L’iniziativa “Enoturismo delle Marche: dalla Vigna alla Tavola” è un progetto volto a promuovere i piatti tipici marchigiani abbinati a vini di cantine locali, per far conoscere le eccellenze della regione Marche. La Regione infatti si propone come destinazione enogastronomica di grande interesse, ancora tutta da scoprire.

 Il 7 giugno il progetto ha visto protagonista il ristorante Opera Nova della Marca nella frazione di Varano. Il ristorante è immerso nel Parco del Conero tra le colline marchigiane e offre menù stagionali con prodotti tutti a km 0 o coltivati direttamenti. Nel giardino del ristorante possiamo trovare più di 100 specie di erbe aromatiche.  

Il menù dell’evento creato per Enoturismo delle Marche dalla Vigna alla Tavola  prevedeva l’antipasto di Millefoglie di pane in sfoglia, formaggio fresco e paccasassi accompagnato da fiori di zucca fritti farciti di ricotta e pecorino al profumo di menta, il tutto abbinato con Brut Rosè  della Cantina Podere Santa Lucia, uno spumante biologico fermentato secondo metodo Martinotti da uva di Lacrima. Stefano Balducci, il produttore ha illustrato personalmente ai presenti le caratteristiche di questo prodotto dal gusto fresco e gradevolmente raffinato,che si è aggiudicato il Premio Ais Marche 2014.

Balducci propone questo rosè 100% da uve Lacrima anche nella versione spumantizzata in bottiglia secondo i dettami del metodo Champenoise, con una permnenza sui lieviti di 30 mesi. Un prodotto di grande fascino, dal perlage sottile e gusto equilibrato. 

I primi proposti in degustazione sono stati il risotto con asparagi e salsiccia in abbinamento con Incrocio Bruni marche IGt Biologico del Podere Santa Lucia e ravioli con carciofi del nostro orto, goletta e uovo marinato accompagnati dal Verdicchio Sora Elvira Alberto Serenelli. 

Dopo Stefano Balducci è stata la volta di Alberto Serenelli di presentarsi e raccontare l’azienda: un caposaldo nella storia vitivinicola marchigiana. La cantina di Alberto Serenelli è stata scelta anche per accompagnare il secondo, guancia di suino della Marca alle erbe aromatiche abbinato con Rosso Conero Marro Alberto Serenelli. Infine il dolce: una Bavarese al cioccolato e frutti rossi, che è stata proposta in accompagnamento con il mosto di uve rosse parzialmente fermentato dell’azienda Guerrieri.

Il Rosso Conero
Il vitigno più rappresentativo della zona del Conero, a cui è stato lasciato lo spazio centrale nella degustazione, è il Rosso Conero, che vanta il titolo DOC dal 1967 poiché prodotto con uva Montepulciano coltivata solo sul Monte Conero. Questo vino ha una grande storia alle sue spalle: i suoi territori di produzione sono noti fin dall’antichità, ad esempio citati dal greco Strabone che descrive Ancona come una colonia produttrice di vino buono. Anche in età romana li ritroviamo citati da Plinio il vecchio e dal celebre gastronomo, cuoco e scrittore dell’antica Roma, Marco Gavio Apicio,che  ricorda un vino anconitanum, rosso e corposo. E sono infatti proprio queste le caratteristiche del Rosso Conero: di colore rosso rubino intenso con sfumature violacee e un sapore molto corposo fortemente fruttato con note di ciliegia selvatica, frutti di bosco, mora e prugna. La persistenza aromatica e la struttura acquisiscono complessità e morbidezza con il protrasi dell’affinamento.

La DOC Rosso Conero è ristretta ai pochi comuni del piccolo ma bellissimo promontorio del Conero, nasce quindi in un territorio preciso ed è praticamente Montepulciano in purezza (almeno 85%) e ha ottenuto la DOCG per la Riserva. 

Nel territorio marchigiano il Rosso Conero si confronta con la più grande DOC delle Marche, il Rosso Piceno, che comprende praticamente tutta la Regione ad esclusione della zona del Conero e di quella della Lacrima di Morro d’Alba DOC. I vini Rosso Piceno vengono prodotti con i vitigni Sangiovese e Montepulciano in proporzioni variabili per un minimo dell’85%, mentre la Tipologia “Sangiovese” prevede un contenuto minimo dell’85% di questo solo vitigno.

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