Elenco prodotti tipici italiani: DOP – IGP – STG – PAT – DECO

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L’elenco dei prodotti tipici italiani comprende numerose specialità, generalmente legate ai territori di produzione e alle caratteristiche di coltivazione o produzione, alle tradizioni e alle biodiversità proprie dei territori stessi.

Nel comparto food sono ufficialmente riconosciuti gli elenchi delle DOP, IGT, SGT, PAT e DECO

Elenco prodotti tipici italiani: DOP, IGT e STG

L’elenco delle DOP, IGT e STG, aggiornato con il riconoscimento delle denominazioni, viene pubblicato sul sito del MIPAAF. Si tratta di una lista in divenire perchè vi si aggiungono via via i prodotti che dopo essere stati presentati alla Comunità Europea, ottengono il riconoscimento ufficiale e l’iscrizione in elenco.

Nell’Elenco prodotti italiani DOP, IGP e STG Registrati, aggiornato regolarmente e che può essere consultato o scaricato, vi sono indicate tutte le specialità IG che risultano iscritte nel registro delle denominazioni di origine protette o DOP, delle indicazioni geografiche protette o IGT e delle specialità tradizionali garantite o STG (Regolamento UE n. 1151/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio del 21 novembre 2012), il cui numero è arrivato a 320 a gennaio 2023.

L’elenco è in costante aggiornamento, poichè vengono continuamente inseriti nuovi prodotti che ottengono la denominazione e i disciplinari sono talvolta sottoposti a modifiche. Del resto il cibo e la sua produzione sono espressione di una cultura che non può fare a meno di confrontarsi anche con l’innovazione tecnica e con l’evoluzione della ricerca e delle nuove conoscenze.

Ripercorrendo un pò la storia vediamo che ad esempio nel 2021 sono sono stati inseriti tre nuovi prodotti nell’elenco delle denominazioni: il Pistacchio di Raffadali DOP, la Pesca di Delia IGP e l’Olio di Roma IGP.

L’Olio di Roma IGP è stato introdotto nel Registro Ue 2021/1261 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 2 agosto 2021. Si tratta di un’olio extravergine di oliva, ottenuto dai frutti dell’olivo delle varietà Itrana, Carboncella, Moraiolo, Caninese, Salviana, Rosciola, Marina, Sirole, Maurino Pendolino, Frantoio e Leccino. E’ prodotto nella Regione Lazio, in particolare nell’intera provincia di Viterbo e in numerosi comuni delle provincie di Rieti, Frosinone e Latina, oltre ovviamente alla città metropolitana di Roma, da cui prende il nome.

L’Olio di Roma IGP si caratterizza per un colore dal verde al giallo oro e per un profumo fruttato di oliva di intensità variabile, con note evidenti di pomodoro, carciofo, mandorla e erbaceo. Al gusto rimane amaro e piccante. (fonte: https://www.qualigeo.eu/prodotto-qualigeo/olio-di-roma-igp-olio-evo/)

La Pesca di Delia IGP, invece, è stata inserita nel Registro Ue 2021/790 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 17 maggio 2021. La denominazione Igp è riservata alle varietà di pesche a polpa gialla o bianca e alle varietà nettarine a polpa gialla, appartenenti alla specie “Prunus persica”.

Deve il suo nome dal Comune di Delia, in provincia di Caltanissetta, perchè da lì è partita la richiesta del riconoscimento IGP, ma può essere coltivata nello stesso capoluogo provinciale siciliano e nei comuni di Serradifalco, Sommatino, Riesi, Mazzarino e Butera. Nella vicina provincia di Agrigento, inoltre, si può coltivare la Pesca di Delia IGP nei comuni di Canicattì, Castrofilippo, Naro, Ravanusa e Campobello di Licata.

Tornando al discorso delle varietà ammesse, esse sono suddivise per tipologia ed epoca di maturazione: dal 25 maggio al 15 luglio le varietà precoci, dal 16 luglio al 20 agosto le varietà di media epoca e dal 21 agosto al 10 ottobre le varietà tardive. I frutti della Pesca di Delia IGP, siano pesche e/o nettarine, possiedono un tenore zuccherino e diverse pecurialità gustative diverse da quelle che possiedono i frutti della stessa tipologia, ottenuti nelle altre zone di produzione. La Pesca di Delia IGP, inoltre, ha elevati valori di consistenza della polpa (fonte: https://www.fruitbookmagazine.it/la-pesca-di-delia-e-ora-igp-valorizzata-unaltra-eccellenza-siciliana/).

La terza iscrizione più recente è il Pistacchio di Raffadali DOP iscritto nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea L 99 del 22/03/2021, (è la numero 173 delle DOP dell’Italia e la numero 313 nel totale delle Indicazioni Geografiche agroalimentari italiane) ed era stata precedeuta  dalla DOP  Mozzarella di Gioia Del Colle, registrata  nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea L 415 del 10/12/2020.

La zona di produzione del Pistacchio di Raffadali DOP, ricade all’interno dei confini di alcuni  comuni siciliani: Raffadali, Joppolo Giancaxio, Santa Elisabetta, Agrigento, Cianciana, Favara, Racalmuto, Sant’Angelo Muxaro, San Biagio Platani, Cattolica Eraclea, Casteltermini, Santo Stefano Quisquina, Aragona, Comitini, Grotte, Montallegro, Alessandria della Rocca, Siculiana, Realmonte, Naro, Porto Empedocle, Castrofilippo, Campobello di Licata, Ribera, Canicatti, Palma di Montechiaro, Ravanusa, Camastra, nella pèrovincia di Agrigento e Montedoro e Serradifalco in provincia di Caltanissetta.

Tra le iscrizioni del 2020 che hanno preceduto la DOP Mozzarella di Gioia del Colle, registrata il 10 dicembre 2020, vi è la Ruccola della Piana del Sele, iscritta il 27 novembre 2020. Nella Gazzetta ufficiale Europea (GUUE L 353 del 23/10/2020) è stato registrato il prodotto Pampepato di Terni IGP/Panpepato di Terni IGP un prodotto da forno ottenuto dalla lavorazione di frutta secca, cioccolato, uva passa, canditi, cacao amaro, miele, caffè, spezie, farina. Nella Gazzetta ufficiale Europea ( GUUE L 321 del 05/10/2020) è stato registrato il prodotto Colatura di Alici di Cetara DOP,  un prodotto fortemente legato alla tradizione che, come molte eccellenze iscritte negli elenchi DOP e IGT rappresenta un ingrediente prezioso di ricette dal passato popolare, oggi assurte a ricette gourmet.

Nella Gazzetta ufficiale Europea GUUE L 309 del 23/09/2020 è stato registrato il prodotto Provola dei Nebrodi DOP, un formaggio tipico di alcuni comuni della provincia di Catania, Enna e Messina.  Nella Gazzetta ufficiale Europea GUUE L 239 del 24/07/2020 è stato registrato il prodotto Südtiroler Schüttelbrot IGP/Schüttelbrot Alto Adige IGP, un gustoso pane croccante di segale al finocchio, da assaggiare assolutamente. Nella Gazzetta ufficiale Europea GUUE L 215 del 07/07/2020 è stato registrato il prodotto Pecorino del Monte Poro DOP, formaggio tipico della provincia di Vibo Valentia, nella Regione Calabria.

Sempre nel 2020, nella Gazzetta ufficiale Europea GUUE L 206 del 30/06/2020,  è stato registrato il prodotto Mele del Trentino IGP,  prodotte utilizzando le varietà Golden Delicious, Red Delicious, Gala, Fuji, Morgenduft, Renetta, Granny Smith, Pinova e la cui zona geografica di produzione è la Provincia Autonoma di Trento, nella regione Trentino Alto Adige.

Molti prodotti tipici sono collegati ad aree particolari della penisola, con una significativa vocazione turistica: un esempio la registrazione, con Gazzetta ufficiale Europea GUUE L 144 del 07/05/2020 del Cappero delle Isole Eolie DOP , che designa capperi e cucunci prodotti e confezionati nel “territorio del Comune di Lipari comprendente le isole di Lipari, Vulcano, Filicudi, Alicudi, Panarea, Stromboli, e dei Comuni di Santa Marina Salina, Malfa e Leni nell’isola di Salina, in provincia di Messina, nella Regione Sicilia”.

Precedentemente è stata iscritta con Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea Serie L 332 del 23/12/2019 la denominazione Olio di Puglia IGP. L’olio extravergine di oliva Olio di Puglia IGP è ottenuto dai frutti dell’olivo delle varietà Cellina di Nardò, Cima di Bitonto (o Ogliarola Barese, o Ogliarola Garganica), Cima di Melfi, Frantoio, Ogliarola salentina (o Cima di Mola), Coratina, Favolosa (o Fs-17), Leccino, Peranzana, presenti negli oliveti da sole o congiuntamente, in misura non inferiore al 70%. Possono concorrere altre varietà nazionali fino ad un massimo del 30%.

In precedenza si erano aggiunti all’elenco la Lucanica di Picerno, una tipica salsiccia della provincia di Potenza, in Basilicata, ed il Cioccolato di Modica siciliano, entrambi iscritti nel 2018.

Nel 2018 sono state in totale 4 le denominazioni registrate: la Lucanica di Picerno IGP, che è stata registrata il 29 ottobre; il siciliano Cioccolato di Modica, registrato ufficialmente il 15 Ottobre; la Pitina IGP,  registrata il 2 luglio; il Marrone o Castagna di Serino IGP ,  registrata il 14 settembre.

L’Unione Europea vede l’Italia al primo posto per numero di prodotti agroalimentari a denominazione di origine e a indicazione geografica riconosciuti. L’Italia, fra DOP , IGP  e STG, conta oggi  oltre 300 prodotti IG del comparto food per un totale di oltre 800 denominazioni se si considera l’intero comparto Food&Wine. Con riguardo al vino nel 2020 nella Gazzetta ufficiale Europea (GUUE L 379 del 13/11/2020) è stato registrato il prodotto Friuli DOP (Friuli/Friuli Venezia Giulia/Furlanija/Furlanija Julijska krajina DOP). L’Italia raggiunge quota 526 specialità WINE ad Indicazione Geografica.

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Elenco prodotti tipici italiani: logo DOP – su fondo rosso- e logo IGP- su fondo blu

In ambito food l’acronimo D.O.P., viene attribuito agli alimenti le cui particolari e distintive caratteristiche qualitative dipendono essenzialmente o esclusivamente dal territorio in cui sono prodotti

Il termine indicazione geografica protetta I.G.P., indica invece un marchio di origine attribuito ai prodotti agricoli e alimentari per i quali una determinata qualità, la reputazione o un’altra caratteristica dipende dall’origine geografica, e almeno una fase della produzione, trasformazione e/o elaborazione avviene in un’area geografica particolare.
Essendo marchi collettivi, ogni azienda presente all’interno del territorio e che rispetta il disciplinare può richiederli.

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Logo della Pizza Napoletana STG

Riguardo alle STG sono attualmente registrate tre specialità tradizionali garantite: la mozzarella registrata nel 1998, la Pizza napoletana – al pomodoro o con l’aggiunta di mozzarella di bufala campana Doc o mozzarella Stg– e cotta nel forno a legna secondo il disciplinare pubblicato in G.U. nel 2010 e l’Amatriciana Tradizionale. Recentemente infatti si è aggiunta alle STG la Ricetta tradizionale dell’Amatriciana (qui il link al disciplinare pubblicato in G.U.)

Per le STG non è l’area geografica ad essere protetta, ma la lavorazione tradizionale e l’utilizzo di materie prime particolari.

I Consorzi di tutela nascono come associazioni volontarie ai sensi dell’articolo 2602 del Codice Civile. Sono promossi dagli operatori economici coinvolti nelle singole filiere con la precisa funzione di tutelare le produzioni agroalimentari certificate. L’art. 14 della Legge 21 dicembre 1999 n. 526 stabilisce che ai Consorzi di tutela riconosciuti dal Ministero delle politiche agricole siano attribuite funzioni di tutela, promozione, valorizzazione, informazione del consumatore e cura generale delle Indicazioni Geografiche.  Le funzioni di tutela e valorizzazione dei consorzi sono riconosciute anche a livello comunitario con l’approvazione del Reg. UE 1151/2012 (comparto food) e del Reg. UE 479/2008 (comparto wine)

viniLe normative e gli elenchi sono in continuo divenire. Con riferimento ai vini si riconoscono attualmente oltre 500 denominazioni d’origine vitivinicole italiane DOCG, DOC, IGT.

Elenco prodotti tipici italiani: PAT

Il requisito per essere riconosciuti come Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) è quello di essere « ottenuti con metodi di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidati nel tempo, omogenei per tutto il territorio interessato, secondo regole tradizionali, per un periodo non inferiore ai venticinque anni »

Tali prodotti, individuati su basi regionali, sono riconosciuti dal Mipaaf e iscritti in una lista ufficiale pubblicata sulla Gazzetta Italiana e suddivisa per regioni e per categorie ( le categorie sono: prodotti lattiero-caseari, prodotti a base di carne, prodotti ortofrutticoli e cereali, prodotti da forno e dolciari, bevande alcoliche, distillati)

A questo link una descrizione delle PAT

Tra le regione italiane detiene il primato la Campania, segue al secondo posto la Toscana, seguita a sua volta da Lazio, Emilia Romagna e Veneto.

Nell’elenco non rientrano più i prodotti già riconosciuti a livello europeo a marchio DOP o IGP, poichè una volta insigniti del marchio europeo rientrano in un apposito registro loro dedicato.

Gli elenchi dei prodotti tipici italiani sono in divenire e si arricchiscono continuamente di nuove denominazioni via via che vengono riconosciute le caratteristiche specifiche di coltivazioni e prodotti legati alla grande ricchezza di biodiversità locali e di tradizioni della penisola

Elenco prodotti tipici italiani: DECO

12347821_158608957828921_7660374607831885093_nLe De.Co. sono pensate dai loro promotori – in particolare da Luigi Veronelli che le propose intorno agli anni ’60 – come espressione di un patrimonio collettivo. Dal recepimento di tale proposta scaturì una legge (n.142 dell’8 giugno 1990) che attribuiva ai comuni la facoltà di deliberare in materia d valorizzazione e tutela delle specialità territoriali.

Nascono così le DeCo che nell’intento del loro stesso promotore possono definirsi” un atto politico, che fissa un valore, una carta di identità che il sindaco rilascia dopo aver censito un passato, un presente, e ipotizzato uno sviluppo futuro.”

L’Anci a sua volta redige nel 2002 un regolamento denominato “Regolamento comunale perla valorizzazione delle attività agro-alimentari tradizionali locali. Istituzione della De.Co denominazione comunale di origine”a cui possono fare riferimento le singole amministrazioni comunali

Manca ad oggi un registro con elenco completo delle DE CO italiane. Si apre tuttavia un capitolo affascinante per le potenzialità che ci sono di raccogliere, registrare, tutelare e valorizzare le innumerevoli tipicità, tradizioni locali e specificità presenti sul territorio italiano

Quando parliamo di “elenco dei prodotti tipici italiani” parliamo infatti di un insieme di prodotti la cui catalogazione è tutt’ora in divenire, ma si è avviato un importante percorso di valorizzazione che sta iniziando a dare i suoi frutti. Si diffonde, attraverso il riconoscimento e la comunicazione, la cultura agroalimentare locale, così ricca di tradizioni e varietà e la conoscenza di prodotti, molti dei quali spesso tutt’ora ignoti al grande pubblico a livello nazionale e internazionale.

E’possibile leggere, al link successivo, tutte le infografiche del Rapporto Qualivita Ismea sui prodotti tipici italiani. Tra i dati l’impatto economico del sistema dei prodotti DOP e IGP, food & wine, nelle provincie italiane e i valori alla produzione e al consumo dei prodotti.

Da menzionare anche l’elenco dei Presidi Slow Food. In Italia sono ad oggi 614 i prodotti riconosciuti come Presidi Slow Food, di cui 348 in Italia. Anche questo elenco è oggetto di aggiornamento continuo e si trova a questo link

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