L’Asparago Bianco di Bassano è una produzione locale della provincia di Vicenza.
Tra i prodotti tipici italiani primaverili troviamo gli asparagi, che crescono sia selvatici – nelle pinete vicino al mare e lungo i sentieri di colline e pianure – che coltivati. Nella campagne italiane vengono coltivate in particolare alcune varietà di cui è stata riconosciuta la denominazione DOP o IGP.
Troviamo infatti ben cinque varietà di asparagi tra i prodotti tipici italiani che hanno conquistato la certificazione europea e in particolare troviamo una DOP- Denominazione di Origine Protetta – e quattro IGP -Indicazioni Geografiche Protette
E’ infatti una DOP l’Asparago Bianco di Bassano, coltivato nella zona di Vicenza, in Veneto. Tra i prodotti tipici del Veneto anche l’Asparago Bianco di Cimadolmo, coltivato nella zona di Treviso, e l’Asparago di Badore, coltivato nelle provincie di Padova, Treviso e Venezia; entrambi hanno ottenuto il riconoscimento IGP.
E’ invece un IGP della Lombardia l’Asparago di Cantello, asparago bianco tipico della zona di Varese. Il saporito Asparago Verde di Altedo IGP, dal bel colore primaverile e il gusto intenso, è un prodotto tipico dell’Emilia Romagna e ne è stata registrata l’IGP. Viene coltivato nelle campagne in provincia di Ferrara e di Bologna.
La Denominazione d’Origine Protetta dell’Asparago di Bassano designa i turioni di asparago discendenti dall’ecotipo locale “Comune – o Chiaro – di Bassano. I turioni per potersi fregiare della DOP “Asparago Bianco di Bassano” devono essere di colore bianco. Una colorazione leggermente rosata è ammessa alla base. I mazzi devono essere composti da unità ben formate, omogenee e pulite da residui. La zona di produzione e di condizionamento e di confezionamento dell’Asparago Bianco di Bassano comprende, nell’ambito della provincia di Vicenza, i territori dei comuni di Bassano del Grappa, Cartigliano, Cassola, Mussolente, Pove del Grappa, Romano D’Ezzelino, Rosa’, Rossano Veneto, Tezze sul Brenta e Marostica.
L’area interessata è di origine alluvionale, essendo ricompresa nell’area della Valsugana che ospita il fiume Brenta. La sua caratteristica risulta determinata dalla composizione fisico-chimica dei materiali detritici, ghiaiosi, sabbiosi e limosi trasportati dalle acque correnti e depositati sulla pianura fluviale, che ne caratterizzano la composizione. Le zone di coltivazione dell’Asparago Bianco di Bassano presentano una situazione climatica che risente fortemente dell’influenza del Fiume Brenta che attraversa la Valsugana e della protezione, a monte, delle Prealpi Venete e del Massiccio del Grappa
E’ obbligatoria un’analisi dei terreni per ogni nuovo impianto e, in ogni caso, almeno ogni 5 anni per i parametri principali (ph, azoto, fosforo, potassio, calcio, magnesio e sostanza organica). La preparazione del terreno va effettuata nell’autunno precedente l’impianto. L’orientamento delle file deve essere preferibilmente da Nord a Sud, secondo l’andamento dei venti dominanti che percorrono la Valsugana, in modo da garantire un buon arieggiamento alla coltura e la diminuzione dei rischi di infezioni fungine e di allettamento delle piante. Tutti le fasi della coltivazione sono attentamente normate. La produzione massima consentita in asparagiaia in piena produzione, è pari a 80 q.li/ha. Il condizionamento del prodotto ed il suo confezionamento devono avvenire all’interno della zona di produzione.
Per quanto riguarda la storia di questa coltivazione, risale almeno ai tempi della Serenissima. La Serenissima stimava l’asparago cibo nobile in quanto se ne trova traccia nella contabilità di banchetti offerti ad ospiti di gran riguardo già nel primo Cinquecento. Dal Seicento lo coltivava diffusamente negli Orti di Terraferma. I padri in viaggio per il Concilio della Controriforma di Trento( 1545-1563), transitando da Bassano, ebbero modo di gustare il prodotto locale e ci fu chi, tra loro, lasciò scritto dei suoi pregi dietetici.
In una leggenda trascritta si racconta che S. Antonio da Padova aveva portato dall’Africa delle sementi di asparago. Recatosi a Bassano per ammansire il tiranno Ezzelino, concludeva positivamente l’incontro. Tornando verso Padova, percorrendo la strada che congiungeva Bassano a Rosa, cospargeva tra le siepi le sementi che rendono tuttora quella terra coma la più indicata e feconda per la coltura del turione.
In un famoso dipinto del pittore veneziano Giovambattista Piazzetta (1682-1754) “La Cena di Emmaus” – Claveleur Museum of Art – è ben visibile il piatto di asparagi preparato secondo la tradizionale ricetta bassanese: “sparasi e ovi, sale e pevare, oio e aseo” (asparagi e uova, sale e pepe, olio e aceto). Nel 1847 il Prof. Terrazzi (“Alcuni cenni dell’Agronomia e della Industria Bassanese, 1847, pag. 14, in allegato 5) descrivendo le qualità delle produzioni agricole locali, affermava “gli asparagi bassanesi sì candidi, sì buoni, sì saporosi, non vogliono essere altrimenti lodati; sono il dono più bello e gradito della nuova stagione”
Gli asparagi nella tipica ricetta alla bassanese si servono cotti per qualche minuto in acqua bollente e accompagnati da una salsa ottenuta mescolando uova sode tritate con olio d’oliva.
L’Asparago Bianco di Bassano è il prezioso ingrediente per fantasiose e raffinate ricette tipiche dela tradizione culinaria italiana. E’ ottimo per antipasti, primi piatti – tra cui risotti, ma non solo – e contorni. Si sposa perfettamente con uova, formaggi, carne e pesce.
qui il disciplinare integrale dell’Asparago Bianco di Bassano
credits foto www.asparagobassano.it