L’Agenzia europea dei medicinali alla ricerca di una nuova sede

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Complice Expo 2015 che ha contribuito a incrementare nell’opinione pubblica una certa sensibilità in fatto di benessere, buona alimentazione e sostenibilità , l’Italia ha deciso di proporre Milano come nuova sede dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema), a Londra dal 2014 e destinata ad altra sede per via della Brexit.

Il 20 novembre prossimo i ministri degli affari europei dei 27 Stati membri dell’Unione voteranno in Consiglio affari generali Ue per decidere dove trasferirla. L’Ema veglia sulle autorizzazioni all’immissione in commercio dei farmaci, sia di quelli destinati all’essere umano che di quelli a scopo veterinario, rilasciate dalla commissione europea ed ha competenze anche sulle erbe medicinali per la cura dell’uomo.

La relazione di EMA (European Medicines Agency)con il mondo agroalimentare è strategica.

Milano arriva alla candidatura con ottimi argomenti da spendere per knowhow, servizi, trasporti, immobili da utilizzare (la sede proposta è il grattacielo Pirelli progettato da Gio Ponti) e programmi di sviluppo. A Milano, proprio nell’area Expo (nei 674 mq di Palazzo Italia) sorgerà lo Human Technopole, il centro di ricerca d’avanguardia sulle biotecnologie, che lavorerà per garantire una terza età più in salute e cure mediche sempre meno invavise. A questo si aggiunge l’eredità immateriale che Expo 2015 ha già lasciato al pianeta con a redazione della Carta di Milano: una dichiarazione consegnata al segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, con cui tutti i firmatari (stati, associazioni e cittadini partecipanti a Expo) si impegnano a combattere denutrizione e malnutrizione, a promuovere un equo accesso alle risorse naturali e a garantire una gestione sostenibile dei processi produttivi.

Salute e alimentazione diventano i driver di un nuovo approccio alla cura dell’essere umano, che punta a garantire standard sempre più elevati di benessere, mediante regimi alimentari su misura e cure sempre più personalizzate. Milano aggiunge altri due fattori di competitività: la vicinanza a Parma, sede dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), e a Ispra, sede del Joint Research Centre (Jrc), un servizio composto da scienziati alle dirette dipendenze della Commissione europea. I due organismi hanno avuto un ruolo da protagonista a Expo 2015, rafforzando l’idea di un approccio interdisciplinare per la cura e la ricerca del benessere umano. Il lavoro dell’Efsa, che impiega 450 dipendenti e circa 60 stagisti all’anno, si occupa di tutti i prodotti della catena alimentare: ad esempio entro il 2020 tutti gli additivi alimentari approvati prima del 2009 dovranno essere sottoposti a nuova valutazione. Una vicinanza dell’Efsa e del Jrc alla nuova sede Ema consentirebbe agli scienziati dei tre organismi europei di avere continui incontri, per sviluppare più facilmente ricerche ed eventi in sinergia.

Milano però non è la sola a voler ospitare l’Ema: le città candidate sono ben 19. Tra queste Copenaghen, Amsterdam, Barcellona, Bruxelles e Vienna sono le città che a fine settembre hanno incassato le migliori valutazioni dalla commissione Ue. Tra le città candidate anche Stoccolma che ospita già il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie. La candidata forte dei paesi dell’Est Europa è invece Bratislava.

A riguardo giova ricordare che l’Ema organizza una media di 500 incontri internazionali l’anno, che mettono in movimento 65 mila persone. E molte società farmaceutiche, che avevano stabilito sedi a Londra per essere vicine all’agenzia, potrebbero spostare le loro filiali nella città che sarà scelta per ospitarla in futuro.

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