Food Start Up italiane: eredità Expo e prospettive

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Food start up italiane: la ricerca e l’attualità dei temi legati a sostenibilità, salute e a nuovi modelli di distribuzione fanno del settore agroalimentare un settore di grande interesse per le start up. Eredità expo e prospettive sono state indagate in un recente articolo del  sole24ore.

Tra gli investimenti che si sono mossi negli ultimi mesi intorno alle start up nel settore del food e hanno coinvolto il territorio italiano spiccano su tutti quelli nel food delivery, settore in cui Just Eat ha raggiunto stime importanti dopo le recenti acquisizioni tra cui HellofoodItalia e PizzaBo, ripetutamente passate di mano per valori che si aggirano intorno ai 50 milioni di euro.

Molto più modesti i numeri che sono ruotati attorno alle food start up italiane che si sono presentate al pubblico in occasione dei sei mesi di Expo.

Tuttavia come si legge nell’articolo del sole24ore, secondo Pier Sandro Cocconcelli, direttore di Expolab di Università Cattolica, le food start up italiane possono attrarre capitali consistenti, anche internazionali. Per questo, anche se ancora non si possono tirare le somme dell’eredità expo, la visibilità internazionale che ha offerto è stata importante.

sistemSono 350 le start up recensite dal Future Food Institute www.futurefoodinstiute.org che si sono presentate durante i sei mesi di Expo e che cercano di ricavarsi una fetta di mercato in un settore che si stima valga oggi 135 miliardi.

Tra queste le 25 start up fra le quali sono stati distribuiti 1,5 milioni di euro selezionate nel progetto “start up per Expo” sostenuto dalla Regione Lombardia e da Unioncamere.

Appartiene a questo gruppo GaiaG che è ora in procinto di iniziare a commercializzare un software per il monitoraggio satellitare dei vigneti, dopo aver partecipato insieme ad altri 9 partner al progetto DSS (decision support system) Vintage per la gestione dei vigneti finanziato dalla Comunità Europea con oltre 2 milioni di euro

Dal canto suo il Mipaaf con il concorso “Nuovi talenti imprenditoriali” ha assegnato 30 mila euro a 25 start up selezionate e il ministro Martina ha promesso la futura realizzazione di un fondo da 20 milioni di euro per le start up del settore agroalimentare.

Myfoody, la start up con piattaforma e-commerce per intercettare le eccedenze ed evitare lo spreco, lanciata a Milano da Francesco Giberti oltre al patrocinio di expo, ha incassato investimenti pubblici e privati complessivamente stimati attorno  200 mila euro.

2016-02-21 14_10_20-www.viveat.comDurante Expo le Food Start Up italiane sono state ospitate nel Vivaio delle Idee grazie all’iniziativa patrocinata da Padiglione Italia, Mipaaf e Fondazione ItaliaCamp, nata dall’unione di realtà pubbliche e private. Tra start up finanziate dal Vivaio spiccano i 340 mila euro di Viveat, che si occupa di tracciabilità dei prodotti grazie all’internet of thing applicato al packaging attraverso QR, NFC e ID code.

Ma il Vivaio delle idee di Fondazione Italia Camp e l’Osservatorio Start Up High-Tech del Politecnico di Milano registrano anche che AeroDron e Agroils Tecnologies hanno insieme consentito di assistere a oltre un milione di euro di investimenti e si è assistito inoltre ad aperture di round da 500 mila euro e a candidature europee di oltre 3 milioni di euro.

Il respiro internazionale è importante dato che se si allarga l’orizzonte i numeri legati alle start up dell’alimentare sono ancora più interessanti: il sole24ore riporta che il totale degli investimenti nel settore sale a 5,7 miliardi di dollari di cui 3,4 in asia,1,38 in Europa e 949 milioni negli Stati Uniti

Fonte: IlSole24Ore

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