Cammini d’Italia: percorsi quotidiani di una storia recente
Racconta mio padre che alla fine dell’ultima guerra i tedeschi quando iniziarono a ritirarsi fecero razzia degli animali – buoi, cavalli, pecore – portandoli fino in Veneto, dove poi li dovettero abbandonare. I partigiani allora fecero girare la voce tra le famiglie perchè andassero a riprendersi gli animali di cui avevano bisogno. Mio nonno quindi parti, dalla pianura padana, nella bassa bolognese e a piedi andò fino in Veneto, da dove tornò giorni dopo con due cavalli e due buoi. Uno dei cavalli fu poi venduto, perchè di troppo e inutile.
Da allora molte cose sono cambiate e oggi nessuno penserebbe di andare a piedi dall’Emilia al Veneto, se non per vacanza. Oggi infatti camminare ha un valore di ricerca di un ritmo del tempo ormai perduto e di un modo di percorrere i territori con percorsi e occhi diversi da quelli con cui vivamo il nostro attuale quotidiano.
Cammini d’Italia
Una direttiva del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha riconosciuto il 2016 come “Anno dei cammini d’Italia”
Secondo la direttiva ministeriale «sono considerati “cammini” gli itinerari culturali di particolare rilievo europeo e/o nazionale e che rappresentano una modalità di fruizione del patrimonio naturale e culturale diffuso, nonché una occasione per valorizzare gli attrattori naturali, culturali dei territori interessati. In coerenza con la visione del Consiglio d’Europa, i cammini attraversano una o più regioni, possono far parte di tracciati europei, si organizzano intorno a temi di interesse storico, culturale, artistico, religioso o sociale».
Sempre in base alla medesima direttiva si sono coinvolte le Regioni e le sedi periferiche del Ministero, per arrivare ad elaborare un Atlante dei Cammini d’Italia che deve mettere a sistema i progetti più significativi di livello europeo, nazionale e regionale che abbiano le caratteristiche di effettiva fruizione nei territori interessati.
Il percorso più famoso è sicuramente la via Francigena
Solo per fare un esempio, la regione Emilia Romagna è attraversata da almeno quattro cammini storici: la Via Romea Germanica, Il cammino di San Vicinio, Il cammino di San Francesco (Dovadola – Assisi), Il cammino di Dante.
Anche la Via degli Dei da Bologna a Firenze risale a tempi antichi, i primi a percorrerla pare siano stati gli etruschi, e dopo di loro i romani, che la lastricarono persino. Perse le traccie nel medioevo la strada è stata riscoperta di recente.
Nel video successivo il documentario Rai di Geo&Geo che la ripercorre
Storia analoga ha caratterizzato e le antiche Vie del Sale, nel nord e centro Italia, che collegavano i porti con l’entroterra. Le ritroviamo in Piemonte, Lombardia e anche in Emilia: qui dall’Adriatico collegavano Ravenna a Firenze, e lungo i suoi percorsi i contrabbandieri si scambiavano sale e tabacco attraverso l’Appennino .
L’attenzione ai cammini storici che attraversano tutta la penisola è espressione della consapevolezza che la loro valorizzazione possa contribuire allo sviluppo sostenile, oltre che stimolare la tutela e la riscoperta del patrimonio culturale, ambientale e naturalistico dell’Italia.
Un altro importante valore ed obiettivo è la promozione della salute sociale, favorita dal camminare