L’evolversi delle abitudini di consumo

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L’Italia, all’avanguardia nella tutela delle denominazioni d’origine e nella legislazione in tema di tracciabilità ha dovuto fare un passo indietro per uniformarsi alla legislazione in vigore negli altri paesi Europei.

L’apprezzamento e la tutela dei prodotti tipici italiani si inserisce in una nuova sensibilità e consapevolezza verso l’alimentazione.

In realtà infatti il consumatore, da parte sua, è invece molto interessato alla qualità, lavorazione, composizione e provenienza del cibo.

Sostenibilità e salutismo, attenzione allo spreco, ricerca di nuovi sapori e di una più approfondita conoscenza del prodotto: questi alcuni dei fondamentali asset che guideranno le scelte alimentari del consumatore a livello globale.

sicurezzaQuesto trend non è solo italiano, Secondo Whole Foods, nota catena statunitense, il consumatore cambierà il suo approccio verso il cibo guidato da una crescente sensibilità verso il benessere non solo della persona, ma anche dell’ambiente e del mondo animale.

Crescerà l’importanza assegnata dai consumatori alla certificazione non Ogm: verrà richiesta una maggiore trasparenza informativa che porterà le imprese a modificare il packaging dei prodotti e le relative etichette. Cambierà l’approccio verso i prodotti provenienti dal mondo animale: i consumatori tenderanno ad apprezzare tagli di carne meno popolari e meno pregiati, così come pesci pescati o provenienti da allevamenti responsabili. L’allevamento al pascolo sarà una tendenza che non riguarderà solo la carne, ma anche tutti i derivati animali come i latticini. Si tratta dei cosiddetti prodotti grass-fed, ovvero provenienti da esemplari alimentati ad erba.

I prodotti di origine vegetale, così come cibi fermentati e probiotici, non saranno più patrimonio esclusivo di vegetariani, vegani o ristretti target di consumatori, ma entreranno in misura crescente nella dieta quotidiana di un’utenza trasversale. Allo stesso modo, le farine senza grano saranno sempre meno alternative: il “senza glutine” e il “grano antico” si diffonderanno anche tra coloro che non soffrono di celiachia. Sulla cresta dell’onda anche farine a base di legumi, come i fagioli.

Una nuova frontiera del cibo sano sarà rappresentata dai cibi disidratate composti da pochi e semplici ingredienti che vanno dalla frutta secca alle verdure.

Acquisti frequenti di alimenti freschi

In una ricerca di Waitrose sul mercato inglese, si evidenziano trend che sembrano comuni al consumatore anche di report waitrose jpg1_2016altri paesi: molti consumatori (il 48% del campione) dichiarano che per la spesa alimentare tendono a preferire acquisti frequenti, sciegliendo pochi prodotti di uso immediato e principalmente freschi, e tendono a recarsi nei punti vendita sempre più tardi.

A Londra, il 40% delle vendite nei punti vendita Waitrose si registra dopo le ore 17.

Cambia anche l’approccio al pasto: si pranza e si cena a orari sempre più vari, spesso fuori casa, ma si tende comunque ad orientarsi verso pasti frequenti e meno abbondanti.

Il mondo alimentare non resta indifferente alla tecnologia, che ha cambiato anche notevolmente il modo in cui il consumator si informa: food blogger, social media, siti web specializzati sono diventati gli strumenti preferiti dai consumatori per raccogliere ricette, approfondire le mode del momento e cercare informazioni su specifiche problematiche alimentari.

Preferiti i prodotti sostenibili e biologici

Anche dall’ ultima ricerca Nielsen sono confermati decisamente questi orientamenti nel consumatore  in Italia.

In particolare sul fronte della sostenibilità, ben il 52% degli italiani si dichiara disposto a pagare un premium price per i prodotti cosiddetti sostenibili, ovvero provenienti da brand eticamente impegnati o contenenti ingredienti salutistici e biologici. Parallelamente, si registra che il 65% delle vendite totali nel largo consumo proviene da marche socialmente responsabili e che queste sono le medesime aziende che hanno riportato nel 2015 una crescita del fatturato pari al 4%, almeno tre punti percentuali in più rispetto alle imprese che non hanno investito in sostenibilità. Da sottolineare, inoltre, che il comparto del biologico a totale Italia ha fatto registrare nell’ultimo anno una crescita del 14%, generando un giro d’affari di 866 milioni.

fonte: osservatorio Marca

 

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