Feste del Verdicchio: la festa dell’Uva di Arcevia

0
6271
EPSON DSC picture

La festa dell’Uva di Arcevia è un’importante evento del territorio, che richiama moltissimi giovani e che esalta non solo la vendemmia dei vitigni autoctoni del territorio, oggi famosi nel mondo, ma anche i numerosi prodotti tipici locali. Molti di essi sono legati a tradizioni antiche di questo bellissimo territorio, situato fra l’appennino e il mare.

carro_vincitore-festa dell'uva di Arcevia
Festa dell’Uva – il carro vincitore nella piazza di Arcevia

La Festa dell’Uva si tiene ad Arcevia ogni anno nell’ultima settimana di settembre (e  quest’anno si tiene da venerdi  23 a Domenica 25 settembre). Vede sfilare per il centro  della antica cittadina carri allegorici delle associazioni delle cantine ma soprattutto è un’occasione per assaggiare i vini e i prodotti tipici del territorio.

I prodotti tipici marchigiani alla Festa dell’Uva di Arcevia

Dalle alte colline del territorio di Arcevia, con i loro dolci e verdeggianti pendii, oggi ricoperti di filari, lo sguardo spazia fino all’azzurro del mare. Questi territori rientrano nella zona classica del  Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc, ma anche nel territorio del Morro D’Alba e del Rosso Piceno.

Qui dove i filari dell’uva autoctona verdicchio disegnano i profili delle colline questa festa ha le radici nelle antiche feste della vendemmia.  Il territorio però è ricco di prodotti tipici locali. Tra questi il  mays ottofile di Roccacontrada.  Roccacontrada è l’antico nome di Arcevia e questo tipo di mais, dal caratteristico colore arancione e dalla piccola pannocchia era coltivato qui fino ad una decina di anni fa per essere poi sostituito dai nuovi ibridi americani.

Oggi riscoperto per le superiori qualità organolettiche e l’aroma gradevole ed intenso viene macinato a pietra sul fiume Misia, che attraversa queste colline. La polenta con il mais ottofile di Roccacontrada è la protagonista delle ricette tipiche di queste zone,  come la beccuta e la bustrenga, e la crescia. Si tratta di prodotti che appartengono alla antica tradizione marchigiana e che ancora qui si consumano abitualmente.

Tra le coltivazioni recentemente reintrodotte anche il fagiolo solfino, un piccolo fagiolo giallo pallido, dal sapore delicato e la consistenza cremosa, con una buccia sottile ma resistente alla cottura.

Anche gli ulivi hanno habitat ideale in questo territorio, Si è trattato finora perlopiù di coltivazioni non intensive, con piccoli appezzamenti dalla numerose varietà,. Oggi con il diffondersi della cultura dell’olio d’oliva, così prezioso per la dieta mediterranea, si stanno moltiplicando gli impianti biologici. L’olio di queste zone è spesso dal sapore e profumo intenso, ma delicato e gradevole.

Per la festa si organizza ogni anno la premiazione del “Piatto povero della tradizione” , servito dalle “Locande del Buon Ristoro”. Sono spesso protagonisti  “il pancotto, la coratella di agnello, le pincinelle con il ritrovato fagiolo solfino, la polenta di mais ottofile, la frittata in trippa e le patate cotte sotto la cenere insieme al lardo”.

Ottime le carni di bovino e di agnello, i salumi, i mazzafegati, la porchetta. Questa è zona di vincisgrassi e di dolci legati alle tradizioni contadine come i calcioni, la pizza di formaggio o pizza di Pasqua, il frittellone, i biscotti di mosto e le ciambelle.

I calcioni sono un tipico dolce pasquale. Si ritrovano nell’elenco delle PAT marchigiane. Si preparano con una pasta di uova, grano, zucchero, poco strutto e succo di limone, che viene ripiegata su un ripieno di pecorino fresco e stagionato, zucchero, uova e succo di limone, e poi cotti nel forno. Per la ricetta precisa però meglio chiedere direttamente a Marzia del Bar Centrale di Arcevia, proprio in piazza.

Arcevia è un’antica cittadina medioevale. Conserva ancora pressochè intatto il proprio impianto medioevale e il circuito murario cittadino del Quattrocento. Sull’antica piazza che rappresenta tutt’ora il cuore del centro cittadino, si  affaccia il palazzo comunale duecentesco, affiancato da una potente torre.

poster castelli di arcevia

Il territorio di Arcevia comprende paesaggi unici. Una parte ricade nel territorio del parco naturale regionale della Gola della Rossa e di Frasassi, ma la generosa attività agricola ha reso possibile il mantenimento dell’antico paesaggio mezzadrile. La cittadina conserva alcune meravigliose opere dei Della Robbia, tra cui gli altari della chiesa di S. Maria del Soccorso e della collegiata di S. Medardo. I luminosi colori della terracotta invetriata delle opere dei Della Robbia giustificherebbero da soli una visita ad Arcevia. Arcevia, un tempo Rocca Contrada, nasce come Comune nel 1202 e rimane per tutto il medioevo una delle città più importanti della Marca, conquistando terre e castelli. Appartengono ancora al suo territorio nove castelli, tutt’ora visitabili. Questi castelli, che rappresentavano tra Duecento e Quattrocento presidi militari strategici per la difesa della città e teatro di numerose contese, mostrano ancora oggi i caratteristici assetti urbanistici e le cinte murarie medioevali.

Pur con il difficile tema del ripopolamento delle aree collinari dell’entroterra, le bellezze di questi territori sono meta di un turismo colto e internazionale, oltre che motivo di orgoglio locale e sono moltissimi i giovani partecipanti a tutte le edizioni della festa dell’Uva di Arcevia.  Anche per questo motivo Arga Marche partecipa alla 63° festa dell’uva di Arcevia con un convegno dedicato al consumo consapevole del vino, che rappresenta un momento di riflessione sull’attenzione alla qualità e alla degustazione. Qui il pdf con il programma del Convegno Arga ad Arcevia del 24 settembre 2016.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.