Il Verdicchio dei Castelli di Jesi: eccellenza Marchigiana

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vitigno a bacca bianca verdicchio

Le origini del Verdicchio dei Castelli di Jesi

La storia del Verdicchio affonda le radici in tempi molto antichi e pare certo fosse già conosciuto presso gli antichi romani. La prima testimonianza scritta di un vino ricavato dalle sue uve risale al 410 d.C. quando, verso il culmine della crisi dell’Impero Romano, la nostra penisola era attraversata da orde di barbari.

I Castelli di Jesi sono un insieme di comuni della Vallesina posti attorno alla storica città di Jesi. Nel Medioevo questi territori erano stati gradualmente conquistati e quindi assoggettati al Contado di Jesi, la quale fu insignita del titolo di Città Regia dall’imperatore Federico II di Svevia che qui vi nacque il 26 dicembre del 1194. Si narra che Costanza D’Altavilla diede alla luce l’imperatore Federico durante il suo viaggio verso Roma in un accampamento posto nella piazza della città.

La zona di produzione del Verdicchio dei Castelli di Jesi, poco distante dal mare, è composta da colline che arrivano a 500 metri di altezza, da fiumi quali l’Esino, il Musone ed il Misa che scorrono nelle valli. La collocazione ideale della vite è sulle assolate colline, rinfrescate dalla costante ventilazione che arriva dall’Adriatico e che impedisce il formarsi di umidità sui grappoli e sono formate da terreni marche area of verdicchioargillosi e calcarei ricchi di limo e sabbia con banchi di salnitro.

Queste terre ricadono oggi nella provincia di Ancona e corrispondono agli attuali comuni di Cupramontana, Staffolo, Jesi, Montecarotto, Serra de Conti, Castelbellino, Castelplanio, Maiolati, San Paolo, oltre al comune di Cingoli che rientra oggi nella provincia di Macerata. Le particolari condizioni di queste aree vinicole sono irriproducibili altrove: i terreni sono generalmente limoso-argillosi e calcarei, poveri di sostanza organica ma sufficientemente provvisti di potassio, l’ideale per consentire all’uva di sviluppare aromi di particolare finezza; la buona esposizione e le fresche brezze marine, che garantiscono forti escursioni termiche tra la notte e il dì, consentono agli acini di sviluppare la giusta acidità.

Un vino, il Verdicchio dei Castelli di Jesi, che nel 2009 è stato insignito del DOCG sia per la variante Riserva, che per il Classico Riserva. La Riserva è caratterizzata da un’ affinatura più lunga, anche in legno, per un periodo di almeno 18 mesi, di cui 6 in bottiglia; il secondo attributo è legato al Verdicchio da uve coltivate nelle più antica zona di produzione che esclude i comuni di Senigallia e Ostra e l’area posta alla sinistra del fiume Misa.

bicchiere di verdicchioIl termine “Verdicchio” deriva da “Verde”, ed indica i riflessi verdastri e luminosi del vino prodotto da queste uve. Circa l’origine di questa tipologia di vitigni a bacca bianca ci sono delle opinioni discordanti: la maggioranza sostiene che si tratti di un vitigno autoctono, altri gli attribuiscono la sua comparsa nelle Marche in seguito all’insediamento nel territorio di alcuni coloni veneti. I recenti studi sul suo DNA farebbero propendere verso questa versione, avendo accertato che presenta affinità con il Trebbiano di Lugana e il Trebbiano di Soave, anche se poi oggi se ne discosta oggi, soprattutto dal punto di vista olfattivo. Le caratteristiche organolettiche di questo antico vino sono fortemente legate al territorio; nella zona considerata classica del Verdicchio, milioni di anni fa era presente un lago salato con fondale sabbioso, argilloso-calcaree, ricco di ferro e magnesio; nutrimento ancora oggi per i vigneti che lo “popolano”.

Si ottengono da queste uve vini freschissimi, dal profilo aromatico estremamente complesso, e caratterizzati da un inconfondibile finale ammandorlato e sapido.
È un vino capace di invecchiare con grande eleganza come pochi altri bianchi in Italia, merito anche della grande struttura, acidità e dell’elevato tenore alcolico.
Le uve Verdicchio sono sempre caratterizzate da una sfumatura verdolina, anche a piena maturazione, alla quale si deve il nome del vitigno.

Il verdicchio dei castelli di Jesi fa tappa al Vinitaly

Questa sfumatura verdolina della quale si diceva pocanzi, dà il nome ad un prestigioso verdicchio Ca'Ruptae Moncarovino della cantina Moncaro: Il Verdicchio dei Castelli di Jesi Ca’Ruptae. Ospite di eccellenza alla 50esima edizione del Vinitaly, questo verdicchio viene prodotto dalle uve provenienti da vigneti ubicati presso le contrade San Martino (Serra de’ Conti), San Lorenzo (Montecarotto) e Piagge (Castelplanio), aree, queste, che fanno tipicamente parte della zona di produzione D.O.C. assieme ad una limitata area nel comune di Matelica.

Il Ca’Ruptae proviene da uve 100% verdicchio e può avere un’età che va dai 3 agli 8 anni. Dà il meglio di sé con ricchi antipasti a base di crostacei (eccellente sui crudi) e con paste a salsa di mare. E’ ottimo anche sui fritti di pesce e sui pesci bianchi al forno, così come convola a nozze con saporite e succulente grigliate marine. Non per questo disdegna le carni bianche.
Per informazioni sul Ca’Ruptae: http://www.moncaro.com/it/vini/dettaglio/10-verde-ca-ruptae

Link al disciplinare sul Verdicchio

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