Il «Marrone di Serino» o «Castagna di Serino» IGP

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Castagna di Serino IGP

Furono i monaci benedettini di Cava de’ Tirreni, fra il XII ed il XIII secolo, a curare e implementare i castagneti da frutto presenti nelle loro proprietà dislocate in Campania. Accudendo i castagneti nella zona dei monti Picentini, che comprendono le aree interne dell’Avellinese e del Salernitano, resero questa zona, particolarmente adatta per il clima e per il terreno, la culla di questa coltura.

A distanza di quasi mille anni, il “Marrone/Castagna di Serino ha finalmente ottenuto il tanto agognato riconoscimento il 14 settembre 2018,  entrando a far parte di diritto dei prodotti IGP della nostra Italia.

Caratteristiche:

Il «Marrone di Serino»/«Castagna di Serino» IGP è un frutto caratterizzato da un raggio a forma di stella medio-grande, ha una dimensione medio-grossa e solitamente non presenta settature. Questo frutto è di norma abbastanza rotondo ma quasi sempre asimmetrico. La peluria presente al suo apice, che va da acuto ad aperto, è mediamente estesa; il pericarpo, di norma sottile e poco elastico, presenta un colore marrone lucido con striature scure, uniformi e filiformi, la sua faccia interna è ricoperta da una peluria abbastanza corta e color bianco sporco. L’ilo è medio-grande con pochi peli residui e con una linea di contorno pressoché regolare. La torcia ha una lunghezza media e composta da 6-8 stili spesso differenti. L’episperma, generalmente aderente al seme, è sottile, di un colore marrone tendente al rossiccio, con nervature di sfumature più scure ed evidenti.

Zona geografica:

La sua zona di produzione è data dai comuni di: Serino, Solofra, Montoro, S. Michele di Serino, S. Lucia di Serino, S. Stefano del Sole, Sorbo Serpico, Salza Irpina, Chiusano S. Domenico, Cesinali, Aiello del Sabato, Contrada e Forino ricadenti nella Provincia di Avellino; i comuni di: Giffoni Valle Piana, Giffoni Sei Casali, S. Cipriano Picentino, Castiglione del Genovesi e Calvanico ricadenti nella Provincia di Salerno.

Ѐ necessario riconoscere che la sua commercializzazione però avviene in tutto il territorio nazionale e internazionale. Il «Marrone di Serino» è molto richiesto per la fabbricazione dei marrons glacés (ricetta)

I frutti freschi vengono utilizzati prevalentemente per ottenere caldarroste, castagne e marroni bolliti e per la preparazione di marmellate (ricetta)  I frutti quando forniti già pelati sono utilizzati prevalentemente nelle ricette che prevedono l’impiego di castagne e marroni lessi, per la preparazione del castagnaccio  e delle crostate.

I marroni e le castagne di Serino essiccate, in guscio o senza guscio, vengono consumate anche sotto forma di «marroni del prete»,  ricetta tipica proprio di questa area di produzione. Devono il loro nome ad un’antica leggenda che narra di un prete, il quale avendo ricevuto delle castagne in dono, per riuscire a portarle a casa le caricò sul suo mulo. L’animale, a causa del grosso peso, inciampò facendo cadere i frutti ricevuti nelle acque di un fiume. Il prete, così deriso dagli abitanti del villaggio per l’accaduto, decise di non arrendersi e, dopo averle raccolte tutte, ritornò a casa e le infornò per asciugarle dando così vita ad una ricetta dal risultato indiscusso: castagne tenere, dal sapore affumicato e dalla polpa un pò scurita.

Per quanto riguarda i dolci, il «Marrone di Serino» e la «Castagna di Serino» sono l’ingrediente speciale della «crostata di Marroni di Serino» e della «crostata con crema di Marroni di Serino e cioccolato»  e per un Natale più dolce non può mancare il «tronchetto al cioccolato con Marrone di Serino» 

Una ricetta tipica è la «zuppa di marroni di Serino» ma per gustare questo prodotto non può infine mancare il più classico dei modi di consumare questo frutto: le «caldarroste di Marrone di Serino».

Nella frazione di Rivottoli di Serino è dal 1970 che si celebra la «Sagra della Castagna di Serino», che da quest’anno avrà un motivo in più per festeggiarla.

Il «Marrone di Serino»/«Castagna di Serino» si va ad aggiungere alla lista dei numerosi prodotto IGP che la Campania già può vantare, e dei quali non ci si può dimenticare: il Carciofo di Paestum, la Castagna di Montella, il Limone Costa d’Amalfi, il Limone di Sorrento, il Marrone di Roccadaspide, la Melannurca Campana, la Nocciola di Giffoni, la Pasta di Gragnano ed il Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale.

Questa regione così ricca di sapori è in attesa di ulteriori prodotti da aggiungere alla sua lista. La Rucola della Piana del Sele IGP ed il Pomodoro pelato di Napoli IGP ne sono due esempi concreti, che stanno aspettando ad oggi una risposta alla loro richiesta.

credits foto: Marrone di Serino, fonte Ansa.it

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