Prodotti tipici: il marketing esperienziale e il commercio internazionale opportunità per le piccole imprese

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L’Italia è un paese dove molte delle aziende di produzione di prodotti enogastronomici sono medio piccole e molto spesso artigianali. Questo è spesso un vantaggio per favorire i legami culturali con il territorio, con la sua tipicità locale e con i suoi saperi tradizionali. Tutt’ora però il legame tra territorio e prodotto non sono comunicati con l’attenzione, la competenza e la forza che meritano. Questo accade diffusamente, nonostante vi siano alcune regioni italiane che hanno creato casi di scuola nella promozione dei prodotti del territorio. Un esempio è sicuramente l’Emilia, di cui abbiamo scritto e le cui istituzioni promuovono fortemente la Food Valley. Anche altre regioni stanno seguendo questo esempio e non solo le istituzioni ma anche numerose aziende di stanno muovendo in questa direzione, creando associazioni che sostengono e promuovono i prodotti tipici regionali.

In Puglia è stata appena lanciata, con un convegno presso l’Università di Bari, la nuova associazione “La Puglia è servita”, che raccoglie l’eredità della omonima ventennale guida cartacea. L’associazione si propone di offrire alle piccole aziende che la costituiscono l’opportunità di realizzare insieme una strategia di marketing esperienziale che valorizzi i contenuti dei prodotti tipici e il loro legame con il territorio. Si tratta di un’esperienza tutt’altro che unica.

Di certo la concentrazione del mercato globalizzato e le difficoltà di accesso al mercato stesso evidenziano come solo l’unione fra i piccoli produttori consente ai singoli una maggiore forza nel comunicare la specificità e l’unicità del territorio e anche di superare le barriere all’entrata dei mercati internazionali.

Secondo una recente pubblicazione del World Economic Forum le barriere all’entrata e le difficoltà normative insieme ai costi proibitivi del commercio internazionale rappresentano un significativo ostacolo per le piccole realtà produttive alla crescita internzionale e impediscono loro di essere attori non passivi della globalizzazione. Sono proprio le comunità rurali e le aziende più giovani e meno strutturate che soffrono di questa difficoltà nell’avviare e sostenere un’attività di respiro internazionale.

Un’esempio di strategia in tal senso è offerta da Abruzzo Brand uno dei primi marketplace su Amazon.it dedicato esclusivamente ai prodotti tradizionali abruzzesi. Il portale raccoglie numerosi prodotti del territorio abruzzese, dai confetti di Sulmona, alla pasta, ai vini e alle birre. Con un ordine minimo di 19 euro si può spaziare tra numerosi prodotti diversi e godere delle opportunità offerte da una piattaforma conosciuta come Amazon.

«La nostra regione offre un livello di qualità eccellente, ma troppo spesso viene sottovalutata nel contesto del “made in Italy” – afferma Umberto Di Tommaso, Direttore di Abruzzo Brand.
Secondo l’Osservatorio eCommerce B2C Netcomm del Politecnico di Milano il Food&Grocery in valore assoluto incide ancora marginalmente (3%) sul totale del mercato eCommerce B2C italiano risulta però in crescita del 27% rispetto al 2015. Dopo la presenza sulla piattaforma italiana di Amazon, Abruzzo Brand sta pianificando di organzzare la disponibilità sulle piattaforme europee e internazionali del big player.

2016-12-04-16_40_20-taobao-com-_-so-i-visited-one-of-taobao-office-in-hangzhou-_-bfishadow-_-flickrSi tratta però di percorsi lunghi e complessi, da concertare insieme a player esperti. Non a caso grandi player, come il gruppo Cremonini , insieme a importanti istituti bancari, stanno avviando esperienze analoghe sui canali ecommerce B2C di Alibaba, mettendole a diposizione delle piccole aziende che da sole non sarebbero in grado di sostenere i costi per raggiungere questi mercati in modo organizzato.

Si tratta di un percorso appena iniziato e che le piccole azione enogastronomiche italiane sono chiamate a percorrere.

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