Dolci tradizionali dell’Epifania

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Già nell’antichità per la festa della Befana, che concludeva il periodo delle festività natalizie,  i bambini ricevevano dolcetti e regali, e a questa festività sono dedicati anche alcuni dolci tipici della tradizione

l'adorazione dei magi di mantegnaLa festività della Befana sembra che faccia riferimento in effetti a tradizioni antiche precristiane, che segnavano la fine dell’anno solare e l’inizio dell’anno lunare. In alcune zone, come in Veneto, si celebra con i falò di cose vecchie che rappresentano l’anno passato e buon augurio per il nuovo anno, e dall’evoluzione dei lapilli si ricavano auspici per il raccolto prossimo.

Gli antichi romani credevano che durante quelle notti le divinità, tra cui la stessa Dea Diana, volassero sui campi per favorirne la fertilità e portando doni ai più piccoli. Con l’avvento del cristianesimo occidentale poi la notte dell’Epifania si fa coincidere con il dono dei tre Magi in visita al Bambin Gesù e probabilmente è anche proprio per contrastare le precedenti credenze pagane che le divinità benigne volanti sui campi si sono trasformate quindi in una figura un po’ inquietante, appunto la Befana,

Festa amata dai bimbi per l’attesa di regali e dolcetti ma anche un po’ temuta perché la tradizione voleva che la Befana portasse non dolcetti ma carbone a chi durante l’anno fosse stato birichino.  Il carbone in realtà oggi è comunque di zucchero colorato, cristallizzato con alcool (ricetta). Resta tuttavia il fatto che con la festa delle Befana si conclude il ciclo delle festività natalizie  (l’Epifania tutte le feste si porta via). carbone della befana

I dolci tradizionali per la festa dell’Epifania

La tradizione dei dolci della Befana in Italia è legata alle preparazioni dedicate a questa festa.

Partendo dal Piemonte troviamo la Fugassa d’la Befana, dolce con la forma di una margherita, nei cui petali sono nascoste due “fave” una bianca e una nera: chi trova la bianca paga la focaccia, chi trova la nera paga da bere. L’impasto – fatto da 450 gr. di farina, 150 gr. di burro,150 gr. di zucchero, 1 bustina di lievito di birra, 150 gr. di cedro e arancia canditi, 3 tuorli impastati con un poco di latte- viene lasciato lievitare 12 ore prima di essere cotta in forno e spolverata di confettini colorati.

Nella vicina Liguria per l’Epifania si preparano gli Anicini, biscotti ottenuti impastando 10 tuorli con 500 gr di zucchero a cui si uniscono gli albumi montati a neve, acqua di fior d’arancio, semi d’anice e 400 gr di farina poi si cuoce l’impasto una ventina di minuti, si taglia  a fettine  si inforna di nuovo per la biscottatura.

magiNella Liguria di Ponente invece si usa preparare la Ciambella dei Re Magi mescolando prima 300 gr farina per dolci con 300 gr farina Manitoba, poi facendo lievitare 80gr di  questa farina con 35 gr di lievito di birra disciolto in acqua e un cucchiaino di zucchero. A parte si prepara un secondo impasto con 120 gr di farina, 130 gr zucchero, 140 gr olio d’oliva e si uniscono i due impasti lasciando lievitare ancora 1 ora. A questo punto si aggiunge la farina restante, la buccia grattugiata del limone e il sale, si lavora a lungo energicamente e si completa con i 70 gr di canditi e con uvetta. Con l’impasto si forma una treccia da lievitare altri 60 minuti prima della cottura in forno (a 170° per 35 minuti, poi a 160° per altri 5/10 minuti)

Di Varese la tradizione dei cammelli di pasta sfoglia, legati alla narrazione dei doni dei tre Re Magi, mentre in Veneto è antichissima la tradizione della Pinsa della Marantega o della Befana, a base di mais e frutta secca. Anche di questo dolce, come accade per molti dolci tipici della tradizione, ogni famiglia tramanda la sua ricetta. Anticamente cotta sotto le ceneri dei falò con cui si bruciava la vecchia, era detta in vicentino putana soto ‘l fogo perchè poteva essere arricchita con  gli avanzi delle festività. Il dolce tradizionale infatti parte da una base di polenta di mais circa 250 gr per due litri d’acqua o di latte) che viene impastata con  100 gr di farina bianca, aggiungendo poi il burro, lo zucchero, la scorza dell’arancia grattuggiata e canditi di cedro e arancia,  i semi di finocchio, i pinoli, i fichi secchi e l’uvetta rinvenuta nella grappa e strizzata, e infine viene cotta in una teglia bassa imburrata e cosparsa di pan grattato.

biscotti befaniniTradizione della Toscana, che si fa risalire alla zona di Viareggio e Lucca, poi diffusa nel centro e in gran parte dell’Italia sono i Befanini, dolci biscotti preparati con sagome che ricordano la festività come appunto, nella versione tradizionale, la Befana, la calza e la scopa, Anche le dosi della ricetta dei Befanini possono variare da famiglia a famiglia, mediamente per i dolcetti servono 500 g di farina, 300 g di zucchero, 150 g di burro, 4 uova, ½ bicchiere di latte, 1 bustina di lievito, 1 bicchierino di rum o di anisetta, scorza d’arancia grattugiata, zuccherini colorati e degli stampini dalle forme adatte (ricetta con foto)

Cavallucci e pecorelle: sembra una filastrocca per bambini invece sono i dolcetti tipici dell’Epifania per le zone interne delle Marche e per la Toscana.

Sempre toscani, della zona di Siena i Cavallucci, dolcetti rotondeggianti spolverati di zucchero a velo, con canditi e i cavallucci di san geminianospezie, impastati con zucchero, farina, acqua e generalmente miele, descritti nelle cronache del tempo dei Medici e di cui si conoscono numerose varianti, ma che si ritrovano con analogo nome e diversa forma – da rotondeggiante diventa allungata e ricurva- tra i dolci tradizionali anche nelle Marche, in particolare di alcune zone tra cui Cingoli e Apiro, dove sono farciti invece con marmellata, frutta secca e sapa (ricetta dei cavallucci di Cingoli) I cavallucci marchigiani nella zona di Genga, prendono il nome di Pecorelle, e la ricetta è arricchita con le mele.

In Campania invece è tradizione di buon augurio preparare per l’Epifania la prima pastiera dell’anno

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